Thailandia: un paradiso non solo turistico, ma anche commerciale
La Thailandia è uno dei partner commerciali più importanti per l’Unione Europea. Infatti il sistema comunitario rappresenta il 4° partner del regno asiatico, con un interscambio pari a 29 miliardi di euro nel 2020, subito dopo i giganti Cina, Giappone e Stati Uniti. Inoltre, sempre nel 2020, gli investimenti europei hanno costituito l’8,2% di tutti i FDI in Thailandia, segnando una crescita progressiva dal 4,4% del 2016.
La Thailandia è parte dell’area di libero scambio dell’ ASEAN (Association of South-East Asian Nations), un organizzazione politica, economica e culturale di cui fanno parte 10 Stati Membri del sudest asiatico. Assicurare condizioni d’accesso agevolate nel mercato ASEAN è una priorità dell’UE sin dal 2007 e prevede la firma di accordi bilaterali commerciali e d’investimento con i singoli paesi del blocco. Ad oggi l’UE ha concluso accordi solamente con Singapore (2014) e Vietnam (2015), mentre i negoziati con Thailandia, Malaysia e Filippine sono ancora in corso. Quanto alla Thailandia, i negoziati iniziati nel 2013 vennero interrotti a causa del colpo di stato militare del 2014. Nel 2020 Bruxelles e Bangkok hanno ripreso in mano le trattative che dovrebbero sfociare in un accordo bilaterale entro 3 anni.
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Mercato e consumi in Thailandia
Negli ultimi decenni, il mercato thailandese ha dato prova di essere maturo e vivace grazie all’alto livello della domanda interna, sostenuta da una popolazione di circa 70 milioni di cittadini con una classe media in espansione. La ripresa economica post-pandemica trainata da una crescita del PIL stimata nel 2022 del 3,4%, si unisce la stabilità della valuta thailandese (il baht) che negli ultimi anni ha registrato le performance migliori tra le economie emergenti asiatiche, apprezzandosi rispetto al dollaro. Altro elemento che denota le potenzialità per le imprese italiane, consiste nella diffusione di progetti in collaborazione tra pubblico e privato, le c.d. Public Private Partnerships (PPPs): dal 1990 in Thailandia si registrano 171 progetti PPP, il dato più alto di tutta la regione.
Quanto al reddito pro-capite, possiamo individuare fasce di reddito che evidenziano non solo la preponderanza della classe media (31 milioni di persone nel 2017), ma anche il forte trend di espansione del segmento ad alto reddito nei prossimi anni. Il consumatore thailandese, specialmente quello residente nella grande area metropolitana di Bangkok, apprezza molto i prodotti internazionali, conosce i brand e si orienta progressivamente verso beni sempre più raffinati. E’ proprio concentrandosi su questo tipo di consumatori che le aziende italiane possono sviluppare ampie opportunità di profitto.
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Innovazione tecnologica
Il piano ventennale Thailand 4.0, promosso nel 2015, prevede una serie di misure volte a modernizzare il paese ed evitare la trappola del reddito medio. La Thailandia non è più un paese agricolo, ma un polo manifatturiero competitivo a livello globale: è, ad esempio, il settimo esportatore di computer e il secondo per numero di hard disk. Una grande opportunità per le aziende straniere risiede nello sviluppo infrastrutturale compreso nel più ampio progetto (51 miliardi di dollari) dell’Eastern Economic Corridor (EEC), progetto che pone l’accento sull’attrazione e lo sviluppo/ di tecnologie, e punta su settori avanzati come robotica, aerospazio, Internet of things, digitale e biotecnologie. Il governo investe, altresì, nello sviluppo del Food Innopolis, una piattaforma per l’innovazione nel settore food aperta anche ad aziende straniere, lanciata nel 2016 da 35 enti tra imprese, università e agenzie pubbliche. Tali politiche aprono varie finestre di opportunità per le aziende italiane, a partire dalle possibili partecipazioni ai progetti infrastrutturali, all’interno dello schema delle Public Private Partnerships (PPPs), e dall’e-commerce già in forte espansione (+18% nel 2018, per un valore pari a 101 miliardi di dollari).
Thailandia l’altra fabbrica del mondo
Nonostante la spinta verso l’innovazione, la Thailandia rimane un paese vantaggioso in cui produrre manifattura. Costi bassi delle materie prime, logistica e infrastrutture sviluppate ed efficienti, un settore dei servizi sviluppato, una posizione geografica strategica, industrie di punta con standard di qualità elevati, e una catena del valore avanzata sono tutti fattori che fanno della Thailandia una destinazione attraente per un investimento produttivo. Per quanto concerne il settore automotive, ad esempio, la Thailandia è il primo produttore di auto del Sudest asiatico e si stima possa chiudere il 2019 con 2,2 milioni di veicoli prodotti. Di conseguenza, il peso del settore sull’economia è estremamente rilevante, occupando circa 850 mila addetti e contribuendo per il 10% del PIL.
Le opportunità di crescere in Thailandia sono molto promettenti e interessano un gran numero di settori, tra i quali l’innovazione tecnologica, l’automotive e il food&wine tra gli altri.
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