Il 2015 è stato un anno molto positivo per gli spumanti Made in Italy nei mercati esteri: l’export è cresciuto, in confronto con l’anno precedente, del 13%, trascinato soprattutto dal Prosecco.
Un risultato significativo, come ha avuto modo di sottolineare pure il presidente dell’Uiv “Unione Italiana Vini” Domenico Zonin, che ha invitato l’intero settore a riflettere su cosa fare per consolidare i dati di quest’anno e dare stabilità alla leadership dell’Italia.
I numeri del successo delle bollicine italiane
Per i vini spumanti italiani l’anno che si è da poco concluso è stato un successo sia sul fronte nazionale che su quello internazionale; la produzione complessiva ha sfiorato i 520 milioni di bottiglie, facendo registrare un +10% rispetto al 2014.
Ancora migliori i numeri a livello internazionale: l’export degli spumanti Made in Italy, come detto, è cresciuto del 13% in confronto al 2014, grazie alla vendita di 362 milioni di bottiglie. In prima fila in questo boom delle esportazioni troviamo il Prosecco, le cui vendite sono salite del 29%.
In verità cifre e statistiche non sono ancora definitive, visto che nel conteggio manca il mese di dicembre – in genere molto positivo – perciò i dati finali (che verranno resi noti entro i primi sei mesi del 2016) potrebbero essere ancora più rosei.
Spumante tutto l’anno
Un altro aspetto che emerge chiaramente è come lo spumante Made in Italy e il Prosecco in particolare, si sia “destagionalizzato” e nel corso degli ultimi anni sia diventato un vino in grado di accompagnare i pasti durante l’intero anno.
L’interesse da parte dei mercati stranieri nei confronti dello spumante italiano è in crescita, soprattutto per quanto concerne i prodotti di qualità Dop e Igp. Ecco perché, come ha evidenziato Zonin, bisogna fare in modo di consolidare tali risultati per venire incontro all’attenzione sempre crescente degli acquirenti esteri e rendere così stabile e duraturo il primato italiano nel settore.
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