L’export è una delle risorse migliori per le imprese italiane, ed a certificarlo è l’Istat con i suoi dati relativi allo scorso mese di febbraio, che evidenziano come l’export al di fuori dei paesi dell’Unione Europea abbia avuto una crescita per il quarto mese consecutivo.
I dati riportano anche una crescita inferiore rispetto a quella del mese di gennaio, che aveva fatto registrare una percentuale a 2 cifre, il + 19,7%, fermandosi al + 3,6%, che risente anche del calendario meno favorevole rispetto allo scorso anno, con il dato che a parità di calendario salirebbe al + 6%.
Andando a guardare le cifre su base mensile si nota invece una contrazione, che è legata a motivazioni estemporanee come il forte calo dell’energia ed anche le minori vendite nel settore navale rispetto al mese di gennaio. Il settore energia è quello che ha spinto in alto i dati dell’export, con un + 74.8% su basse annua, mentre il totale, se si esclude il comparto energetico, ha avuto su base annua un incremento solo dell’1,7%, che in larga maggioranza è dovuto agli acquisti cinesi, che sono saliti in 12 mesi del 31,6%.
Nel settore esportazione il nostro paese ha saputo fare meglio anche di due Paesi sempre nei primi posti della classifica, come Germania e Francia e la ripresa delle vendite dei prodotti Made in Italy si è avuta anche in nazioni come la Russia ed il Brasile. Per quanto riguarda la prima, gli acquisti dei nostri prodotti hanno fatto registrare un incremento del 25,6%, mentre per il Brasile non sono ancora disponibili, ma quelli del Mercosur, zona che lo comprende e della quale è l’esponente principale, i dati parlano di un incremento di vendite del 9,2%. Un progresso delle vendite, anche se minore rispetto al mese precedente, c’è anche per quanto riguarda gli Stati Uniti, e, sempre per quanto riguarda i paesi extraeuropei, bene anche i dati di India e Giappone.
Oltre alle note positive ci sono anche quelle negative, che riguardano la Turchia, con una diminuzione di vendite pari al 9,3%, i paesi del Medio Oriente, dove il calo medio è stato superiore ai 6 punti percentuali, ed anche quelli dell’Africa settentrionale, con una diminuzione del 4,4%. Esaminando i dati in termini assoluti, si nota che l’export verso i paesi extraeuropei è in crescita, mentre per l’import il dato significativo è l’aumento dell’11%, quasi tutto dovuto al settore energetico, che ha risentito dell’aumento del prezzo del greggio, mentre il settore manifatturiero ha fatto registrare un aumento minimo, lo 0,6%, e gli altri settori, come i beni di consumo, sono in calo.