Milano, fedele al suo ruolo di capitale finanziaria italiana, è la città di riferimento per i rapporti commerciali con Pechino.
L’export verso la Cina passa da Milano
Lo dimostrano alcuni dati forniti dalla Camera di Commercio lombarda relativi all’export nei primi 6 mesi del 2016, che parlano di un incremento del 2,5% di vendite verso la Cina, pari a più di 800 miliardi di euro, a fronte di 3,7 miliardi di importazioni.
Nel 2015 questo aumento di vendite estere verso il mercato asiatico cinese è stato del 3,8%, che rappresenta 3,4 miliardi di introiti, confermando una positiva apertura di rapporti commerciali sempre più intensi tra i 2 Paesi.
A livello nazionale è stato calcolato che le importazioni dalla Cina avvengono in più del 40% dei casi proprio in Lombardia, e più del 30% è rappresentato dall’export.
Solo a Milano si concentra il 20% degli scambi totali che punta proprio sulle potenzialità da sempre espresse da questa città, alla ricerca di un valore aggiunto.
Il valore aggiunto del mercato cinese
Il valore aggiunto secondo Airaldo Piva, che da molti anni lavora sia in Giappone che in Cina presso la Hengdian Group Europe in qualità di direttore generale, sono le persone.
La Cina punta sul capitale umano e non come il Giappone che, a suo dire, crede nelle potenzialità societarie.
È il motivo per cui è stato scelto un italiano che risiede proprio a Milano e non qualcuno in altre città europee, a capo della sede europea. Milano ha le caratteristiche migliori per essere punto di incontro e scambio di know how, comunicazioni, incontri internazionali, oltre ad avere ottime università, essere sede di colossi bancari e rappresentare una tra le piazze finanziarie più importanti in Europa. Da notare che i colossi cinesi della tecnologia come Huawei o Hair hanno la loro sede centrale italiana proprio a Milano e la scelta è chiaramente strategica.
La tecnologia è al centro della crescita del mercato cinese, che non è solo capace di introdurre importanti novità in questo settore, ma è anche alla ricerca di quelle proposte da altri Paesi, al fine di arricchirsi a vicenda ed essere sempre più competitivi sui nuovi mercati.
Il mercato cinese ha meno sovrastrutture rispetto a quello europeo, garantisce maggiori guadagni e cerca l’eccellenza nel management come nel brand.