Negli ultimi anni anche gli italiani hanno finalmente iniziato a cimentarsi nella creazione di startup, una realtà che negli altri Stati europei è in crescita sin dai primi anni duemila.
In Italia, le difficoltà burocratiche e la mancanza di finanziamenti pubblici scoraggiano gli imprenditori che preferiscono ancorarsi al classico concetto di impresa e non investire in nuovi e stimolanti progetti.
Nonostante il territorio italiano pulluli di idee innovative e ingegnose, sono pochi gli imprenditori che tentano di esportare la propria progettualità anche all’estero; questo atteggiamento “nazionalistico” limita le opportunità di crescita e rende le startup non competitive e destinate ad essere chiuse nel proprio bacino territoriale.
L’Italia ha sempre promosso l’export, diventando il decimo paese al mondo per le esportazioni, ma allora quali sono le cause che frenano l’internazionalizzazione delle startup e come bisogna operare per superare questo divario con gli altri Stati europei come Germania, Regno Unito e addirittura Spagna?
Come internazionalizzare le startup italiane
Per aiutare chi vuole creare nuove realtà d’impresa e operare a livello globale, il primo passo deve essere attuato a livello amministrativo: snellire le procedure burocratiche, favorire l’accesso al credito, stanziare fondi per la creazione di startup e ridurre la pressione fiscale.
Se si attuano questi interventi strutturali il numero degli imprenditori e degli innovatori disposti ad investire in nuove idee e progetti potrà crescere esponenzialmente e le startup non saranno relegate ad un fenomeno di nicchia ma diventeranno una solida e dinamica realtà imprenditoriale.
Il secondo step per promuovere il fenomeno delle startup passa dall’internazionalizzazione, infatti ogni imprenditore non può creare delle imprese dinamiche e durature senza aprirsi al mondo esterno. Per attuare questo processo di internazionalizzazione servono alcuni interventi mirati: sviluppare competenze e strategie specifiche, impiegare amministratori e manager che conoscono il tessuto imprenditoriale europeo e globale, apporto di capitali nella ricerca e nello sviluppo di ogni singola azienda.
Evitare la fuga delle startup all’estero
Molti imprenditori per sviluppare e creare le proprie startup decidono di investire le proprie risorse direttamente in Paesi esteri per aggirare la burocrazia italiana e le sue restrittive regole fiscali, di conseguenza questa progressiva “fuga” di idee e realtà imprenditoriali crea un divario economico difficilmente colmabile per le imprese italiane. Se invece si apportano delle modifiche strutturali e degli interventi legislativi ad hoc, i futuri imprenditori saranno motivati nel creare e mantenere la produzione in Italia.