Starbucks ha annunciato di voler “chiudere il cerchio” debuttando sul mercato più ostico: quello italiano.
Il colosso di coffee-store americano, dopo aver spopolato in Cina e nel mondo, si prepara ad aprire il suo primo negozio a Milano, nel 2017, ma promette di entrare nel nuovo mercato “con umiltà e rispetto”.
Il CEO della più grande catena di caffetterie al mondo, Howard Schultz, ha confermato, in occasione della settimana della moda a Milano, la sua intenzione di aprire il primo Starbucks nella città meneghina all’inizio del 2017, in partnership con il gruppo Percassi.
Si tratta di una mossa simbolica per Schultz, il quale nel 1980, durante un viaggio di lavoro, visitò Milano e decise di portare l’espresso negli Stati Uniti. La sua idea prese il volo e Starbucks divenne in breve tempo il gigante che oggi conosciamo.
Presto dunque il logo con la sirena verde e oro raggiungerà il capoluogo lombardo e cercherà di conquistare il mercato italiano.
Il Bel Paese rappresenta la più grande sfida per Starbucks. Il caffè è una parte centrale della nostra cultura e anche il nostro concetto di caffetteria è del tutto diverso da quello americano: per molti italiani, il bar è un luogo dove prendere un caffè al volo, mentre i coffee-store di Starbucks sono pensati come luogo di ritrovo tra casa e lavoro, dove rilassarsi e socializzare.
Pur avendo fatto un po’ fatica a decollare in Europa, a causa della sua consolidata storia di caffetterie, il colosso americano conta in tutto il mondo ben 24 mila negozi.
Uno dei motivi del grande successo di Starbucks è l’umiltà con cui il colosso si approccia ai mercati stranieri, senza la presunzione di voler insegnare a fare il caffè, ma con l’intenzione di interpretare i bisogni dei consumatori.
Il colosso ha letteralmente spopolato in Cina, che si candida a diventare il più grande mercato al di fuori dei confini statunitensi, con la bellezza di 3.400 coffee-store programmati per il 2019.
Quella di Starbucks è senz’altro una straordinaria Case-History di successo che non può non rappresentare un esempio imprescindibile per tutte le aziende che si aprono al mercato asiatico: come Starbucks è riuscito ad interpretare le necessità e le aspettative della popolazione cinese, rendendo omaggio alla loro cultura, così anche Make Italy Selection sta dialogando con il mercato cinese per comprendere le aspettative che nutrono nei confronti del Made in Italy, al fine di offrire loro la migliore esperienza dei prodotti dell’Italian Lifestyle.
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