Le rinnovate statistiche sulla produzione interna di pomodori confermano l’Italia sul gradino più alto d’Europa, ma molto lavoro c’è da fare sull’export, che risulta incredibilmente basso se paragonato alla quantità annuale di pomodori prodotti e soprattutto se consideriamo la qualità riconosciuta del prodotto.
È questo il quadro emerso dalla manifestazione annuale più importante in Europa sul pomodoro, ovvero la European Tomato Forum tenutasi a Dusseldorf nei primi giorni del mese. Il consumo di pomodoro, infatti, in Europa è in costante aumento ormai da anni, merito di un prodotto che risulta essenziale per la produzione di svariate ricette e che gode di costi di produzione contenuti.
Da qui la necessità di migliorare l’attuale sistema di export, che risente di alcuni problemi strutturali e culturali difficili da estirpare. Ma i principali ostacoli per il commercio ai mercati esteri dei nostri pomodori provengono dagli alti costi, che a loro volta sono conseguenza di una manodopera più cara. Oltre a ciò, vi è la difficoltà ad entrare in accordo e a gestire l’export in maniera combinata da parte delle imprese produttrici. Per questo motivo esse preferiscono focalizzarsi sui propri interessi all’interno del quadro nazionale, con l’intervento strategico del Consorzio che serve ad evitare picchi di produzione e conseguente riduzione eccessiva dei prezzi.
L’avvertimento, però, è arrivato abbastanza chiaro proprio dal Festival di Dusseldorf: i Paesi dell’Est stanno rapidamente concentrando un gran numero di risorse verso il mercato ortofrutticolo, ed il pomodoro sembra essere per loro un’opportunità da non perdere.
Ecco perché per l’Italia è arrivato il momento di riorganizzarsi e rimettersi al passo dei tempi, tempi che pretendono la capacità di mettersi in relazione con i mercati esteri e di essere al passo con le esigenze dei consumatori.
Le varie tipologie di pomodori in commercio, infatti, spingono i consumatori verso nuovi orizzonti e verso una crescente insofferenza verso gli impieghi classici del prodotto (per intenderci la pizza, pasta al sugo ecc.). I Paesi che riusciranno ad innovare il mercato e a portare soluzioni nuovi (grazie anche alle tecnologie nei trattamenti) vinceranno la sfida del pomodoro a livello internazionale.