Il comparto alimentare italiano sta avendo un grande successo all’estero, con particolare rilevanza per quanto riguarda il mercato statunitense dove i prodotti italiani sono molto apprezzati, anche se esiste una concorrenza sleale in quanto, secondo le ultime statistiche, almeno uno ogni otto prodotti “italiani” che si vendono negli USA, non è di produzione del nostro Paese.
Nonostante questo i consumi dei prodotti alimentari italiani sono in continuo aumento . C’è anche da dire che la maggior parte dei consumatori di alimenti italiani, circa 60%, vengono indicati come “fidelizzati”, e quindi acquistano costantemente questi prodotti. Il fatturato del settore, sempre secondo il bilancio 2014 di Federalimentare parla di un fatturato totale pari a 132 miliardi di euro che è stato generato da 58mila imprese alimentari italiane che danno lavoro oltre che a 385mila addetti diretti, anche a altre 850mila persone che sono impiegate nelle attività di produzione.
Oltre al mercato statunitense, i prodotti agroalimentari italiani hanno molto successo in Cina, dove si è registrato lo scorso anno un aumento delle vendite superiore al 5%, ed anche vicino a noi, negli stati che fanno parte dell’Unione Europea. Grande merito in questo è certamente dovuto al fatto che i prodotti italiani, per molti anni ritenuti “di nicchia”, si sono invece conquistati una ribalta importante grazie ai propri modelli di produzione, che hanno cercato molto qualità innovazione e sostenibilità.
In totale si stima che ogni anno, nel mondo circa 1,2 miliardi di persone acquistano almeno un prodotto “alimentare” prodotto in Italia. L’industria alimentare del nostro paese del resto, garantisce di essere in grado di produrre alimenti ed anche bevande, “sicuri”, con prezzi accessibili a tutti, e con un’alta qualità. Nel settore alimentare italiano si è arrivati ad un sapiente mix dello sviluppo scientifico, con le produzioni tradizionali, strizzando anche l’occhio al progresso in campo “tecnologico”, anche per quanto riguarda i macchinari.
Secondo le statistiche il settore agroalimentare è quello che destina una percentuale maggiore dei propri fatturati agli investimenti, circa l’11,6%, suddiviso tra investimenti per la ricerca e l’innovazione, l’8%, la sicurezza e la qualità, il 2%, e l’innovazione dei prodotti e dei processi, il restante 1,6%. Una serie di investimenti, che le cifre confermano essere la strada giusta per un sempre maggior successo, negli Stati Uniti come nel resto del mondo.
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