Gli ingenti investimenti cinesi sulle infrastrutture marittime, aeroportuali e stradali, nell’ambito del programma Belt & Road Initiative, si presentano come un’opportunità straordinaria per l’Italia per incrementare i rapporti commerciali e di partnership con i Paesi dell’estremo Oriente.
La società SRM, Studi e ricerche per il mezzogiorno di Intesa San Paolo, ha avanzato delle ipotesi ottimistiche per l’Italia: la crescita dell’export per il nostro Paese potrebbe toccare il 3% nell’arco di soli 3 anni grazie agli interventi di miglioramento e di riqualificazione delle vie di comunicazione. Gli studi sono stati pubblicati nell’ambito di un convegno sul tema Via della seta, ovvero un progetto straordinario che vedrebbe la crescita delle infrastrutture non solo in territorio orientale, ma anche nel Mediterraneo, e la creazione così di un unico binario all’avanguardia ed efficiente che collega l’Europa verso i Paesi orientali con una velocità ed una sicurezza senza precedenti.
Se solo l’Italia fosse in grado di intervenire sui suoi porti e le sue infrastrutture con eguale forza della Cina, gli scali aumenterebbero in maniera ancora più significativa, ma al momento interventi pesanti non sono ancora al vaglio.
Il trasporto marittimo raggiunge per la prima volta 10 miliardi di tonnellate proprio nel 2017, ma i recenti investimenti promettono cifre record per i prossimi anni, Il Mediterraneo, con i suoi importanti porti e le vie di comunicazione che collegano alcune delle principali potenze mondiali, occupa ancora un ruolo preminente, tanto che la fetta in questi 10 miliardi di tonnellate è pari ad oltre il 20%.
Il Direttore generale della SRM, Massimo Deandreis, ha dichiarato che l’Italia non può far altro che beneficiare su questo quadro, se riuscirà a prendere i giusti accorgimenti. I porti del Nord, stando sempre alle parole di Deandreis, dovranno facilitare l’accesso al cuore dell’Europa, ma un ruolo ancora più cruciale è richiesto a quelli del Sud, che diventeranno nel giro di pochi anni i terminal di tutto il sistema industriale italiano.
I container di Gioia Tauro, Genova e La Spezia si riempiono intanto sempre di più, ma per riuscire a sfruttare appieno la nuova situazione delineatasi bisogna implementare l’efficienza dei collegamenti porti-ferrovie.