Il 2016 è stato l’anno dei record per l’export italiano, specialmente negli Stati Uniti che rappresentano difatti la terza destinazione al mondo per i nostri prodotti.
Oggi però si osservano con estrema attenzione le strategie dell’amministrazione Trump, che sembrano prevedere una reintroduzione dei “dazi” nei confronti dell’import americano dai paesi della Unione Europea, con possibili conseguenze per la nostra economia.
Proprio nello scorso mese di febbraio, la nostra ambasciata negli USA ha diffuso i dati relativi allo scambio tra i due paesi, sottolineando la cifra record da 40 miliardi di euro, che vede un incremento del 18% rispetto ai dati del 2015.
Se andiamo a guardare i vari settori del trade, si nota che nel 2016 gli USA sono stati il primo mercato per l’Italia nel settore della meccanica e degli impianti, oltre che del settore dell’arredo legno. Nel settore alimentare, invece, gli Stati Uniti si piazzano al secondo posto dopo la Francia, che è la seconda nazione anche nel totale delle esportazioni, mentre il primo paese rimane la Germania.
Guardando alle singole merci si nota che il prodotto che ha visto la crescita maggiore sui mercati USA è il vino, che ha fatto registrare un + 6,1%, seppure la maggiore quantità di vino acquistata all’estero dagli Stati Uniti provenga dall’Australia. Un altro prodotto classico italiano, il marmo, ha fatto invece registrare un calo, quantizzato nel 5% in meno.
Usa e Protezionismo: una minaccia per il Made in Italy?
Uno studio che è stato realizzato da Prometeia ipotizza che l’introduzione, da parte degli USA, dei dazi, riportando quindi la situazione agli anni 80 del secolo scorso, potrebbe causare un danno alla nostra economia pari a 800 milioni di euro, ed in particolare la perdita riguarderebbe i “beni di consumo”, tra i quali in primo piano i prodotti di abbigliamento.