La recente visita ufficiale del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in concomitanza con il quinto viaggio in soli sei mesi del sottosegretario allo Sviluppo Ivan Scalfarotto, induce a porci delle domande.
Dove sta andando il nostro commercio estero?
All’interrogativa quasi retorica, alla luce di questi nuovi scenari di partnership internazionali, la risposta è quasi scontata: in Cina.
Ma in che modo questo avverrà? Questa, invece, è una domanda che può e deve avere risposte più articolate, offrendosi ad un dibattito ricco di interessanti spunti. Per farlo, cerchiamo di prendere in considerazione un dato importante: 6% è il tasso di crescita del nostro export verso i mercati cinesi registrato dall’Istat nel biennio 2015/2016 ed il valore percentuale è destinato a subire un forte incremento, almeno secondo il trend di questi primi mesi dell’anno corrente.
L’Italia sta guardando con grande interesse verso la Cina che, a sua volta, è estremamente attratta da molti dei nostri prodotti d’assoluta eccellenza: il Made in Italy, pertanto, è l’espressione chiave che riassume in modo sinteticamente efficace la risposta più corretta alla domanda.
Bisogna ripensare i nostri rapporti commerciali con la Cina, vedendoli in direzione opposta; non più (e solo) prodotti cinesi che approdano sui nostri mercati interni, ma eccellenze italiane che si fanno energicamente spazio nella vita cinese.
Su cosa puntare?
Diversi i settori merceologici che stanno prepotentemente affermando i loro prodotti in assoluto più apprezzati dal gusto cinese: l’arredamento, la moda, l’eno-gastronomia, l’industria chimica, le energie rinnovabili, citando i primi della classifica.
Esportare prodotti italiani in Cina offre concrete opportunità di business per le nostre aziende e rappresenta di per sé una apertura da interpretarsi in chiave estremamente positiva, offrendo reali opportunità di crescita e sviluppo.
Da aggiungere, infine, che la Cina, per soddisfare al meglio la volontà di aprirsi all’Italia, ha messo in cantiere progetti di potenziamento delle nostre infrastrutture, come ha già fatto in altri paesi suoi partner commerciali, un esempio per tutti è rappresentato dal colossale intervento di ristrutturazione che ha per oggetto il Pireo di Atene, celeberrimo porto greco.